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di LEONARDO MELLO

regia Alvise Camozzi 

con Matteo Cremon, Valentina Brusaferro, Alvise Camozzi

Nei suoi Mémoires, Carlo Goldoni racconta il suo incontro con Antonio Vivaldi, più anziano di lui: la materia dell'incontro è la richiesta da parte del Prete Rosso al suo impresario, il nobile Grimani, di attuare alcune modifiche sostanziali al libretto della Griselda, composto da un'autorità come Apostolo Zeno e allora molto di moda a Venezia e in Italia. Il resoconto che ne fa il commediografo ha il sapore di una spassosa scena teatrale, con tanto di dialoghi originali.

Da questa premessa nasce lo spunto per un atto unico, o meglio per uno scherzo teatrale, che riproduce scenicamente quel famoso dialogo e indaga le motivazioni alla base dei cambiamenti richiesti:

Goldoni, la Griselide e di quando Vivaldi s'ingozzò

l'esigenza, da parte del musicista, è infatti rendere le parole appetibili e 'consone' all'interprete che avrebbe dovuto incarnare la protagonista dell'opera, vale a dire Anna Girò, la diletta di Vivaldi, tanto da essere definita già all'epoca l'Annina del Prete Rosso.

Due attori vestono i panni di poeta e compositore, una terza quelli della Girò. Dietro si colloca la macchina scenica della Serenissima, forse la più poderosa e funzionante d'Europa, di certo l'unica che risponde al 'mercato' e non alle volontà celebrative di una corte e dei suoi regnanti.

Intervalla i dialoghi la voce di un soprano che ripropone alcune delle arie più celebri della Griselda, sia nella stesura zeniana che nella riscrittura goldoniana (proprio grazie a questo lavoro su commissione l'Avvocato diverrà famoso e ricercato anche come librettista).

Due temperamenti diversi, anche per questioni anagrafiche, si confrontano e si sfidano, mentre al centro del contendere stanno i desideri e le virtù (artistiche) di un'affascinante signora delle scene lagunari.

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