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CELESTIA


Celestia è una parola bella e non è niente, non esiste, non significa nulla, ma allo stesso tempo è un luogo, una donna, ed è la Madonna. È il color degli occhi del Bellini e del cielo del Veronese. Celestia è la fermata del vaporetto prima dell’ospedale, dove tutti, noi dell’isola, prima cominciamo, e alla fine ci ritroviamo dritti, duri e bianchi, dopo l’ultimo respiro. 

 

Celestia è un monologo scritto a partire da un quadro del rinascimento, ma è anche un piccolo concerto di suoni d’acqua, rotto dalla registrazione di una gracchiante conferenza degli anni Sessanta sullo spopolamento della città di Venezia. È un’esperienza narrativa durante la quale parole e frasi e suoni, pre-registrati e registrati in presa diretta, ritornano in momenti altri, cercando di creare una partitura complementare di segni. 

 

Celestia è un racconto teatrale sulla fine di un amore.

 

Il testo.

 

CELESTIA 

di Alvise Camozzi

 

primo frammento audio. È la voce di Vittorio Cini, registrata durante il ciclo di conferenze tenutosi nell’Isola di San Giorgio, l’8 ottobre 1962, dal titolo “Il problema di Venezia”, sentiamo in sottofondo la registrazione, imitata a memoria dall’attore che recita:

E non è questa la prima volta che ci / che ci si incontra per discutere per esaminare per discutere il problema di Venezia / non è questo mio / questo mio di oggi il primo intervento // ricordo / ritornano a / periodi più o meno lunghi / le necessità / le occasioni / di discutere / di esaminare / il problema veneziano / io ricordo fra gli altri / un lungo lunghissimo dibattito / nell’ormai lontano 1935 / in sede dell’allora consiglio provinciale dell’economia / corporativa / non vi formalizzate del nome / durante il quale il problema veneziano fu esaminato sotto tutti i suoi aspetti e disintegrato / veramente disintegrato nei suoi minimi particolari / anche allora / diagnosi inte-sapienti / suggerimenti / saggi / ma / risultati / non molto / come stiamo constatando oggi / non molto / efficienti /                                                      

        

         fine della registrazione.

         In video i sopra-titoli della prima parte recitata in veneziano

La Maria entra da sinistra a destra / per ti che ti vardi / per mi che so qua che te conto ze da destra a sinistra / per ti che ti vardi / che ti ze davanti de mi / ze da là in fondo dove ch’el muro finisse /

che gnanca ti te inacorzi /

fin da st’altra parte dove che ghe ze la porta dele scale / e la Maria ze già in mezo / cole savate // de corsa //

da sinistra a destra /

anca se per mi ze el contrario //

de corsa per modo de dir / perchè cole savate nissuni ze bon correr / gnanca la Maria / che la ze sempre de corsa / no ze vero? //

cussì da sinistra a destra / per ti che ti vardi ti vedi la Maria / in mezo / co’le savate / che la sbrissa / 

el telefono sona /

        

               suono da cellulare con le quattro stagioni di Vivaldi

 

la Maria puza el sacheto dele scolasse per tera /

la luce dell’angelo proietta una cuspide d’ombra precisa / 

ma no la risponde /

tra le colonne / è bellissima la scansione orizzontale / che divide lo spazio in tre parti ben precise / la Maria in mezo caminando verso destra /

 

el telefono continua sonar / a sinistra / l’angelo / al centro verso destra / la Maria /

 

                finisce la musichetta del cellulare  

 

la Maria //

 

tol el sacheto in man / perché la ze de premura / l’angelo a sinistra //

 

l’angelo //

 

l’angelo del Veronese è sempre molto particolare / molto // umano //

 

no / non possiamo dire umano / perché se lo fosse non sarebbe un angelo / non è vero? //

 

la Maria a destra la se ferma / perché arriva un messaggio / 

 

         suono del messaggio

 

ma se no la riva in tempo / fin ala porta dele scale / i spassini / va via / e se i spassini va via / la Maria // 

 

suono dell’arrivo di un altro messaggio /

        

suono del messaggio

 

ghe toca portar le scolasse fin in campo Santa Ternita / e la perde el bateo qua dadrío l’ospeal / e ghe toca andar fin ala Celestia / ma ala Celestia el bateo passa prima / e se la perde el bateo ala Celestia / 

 

suono dell’arrivo di un’altro messaggio /

 

         suono del messaggio

 

la perde l’autobus in piazzale Roma / 

 

la Maria guarda i messaggi //

 

Per cominciar nissuni sa dove che ze campo santa Ternita / quasi nissuni / a volte gnanca chi che ze nati a Sant’Antonin / come la Maria / che ze là dadrío / se calcheduni ghe domanda ala Maria dove ze che ze campo santa Ternita / ela no lo sa / ti gha da domandarghe dove ze che se ferma la barca dei spassini / elora sì / ti sa el sotoportego del Moriòn  / più ‘vanti / dopo la Bepa / andando per dentro verso le case nove dela Celestia / no ti ga da far el giro? / per dentro / prima de un ponte picolo / ghe ze un campo / a dir la verità nol par gnanca un campo / perché el ze streto / ma ghe ze un pozzo / una panchina che varda el pozzo / e dadrío la panchina / de schiena / ghe gera na česa / adesso ghe ze na casa / per quelo che se ciama Santa Ternita // gera el nome dela česa /  e’ora a Maria puza el sacheto / e la se mete a scriver / sul telefono //

 

l’Angelo a sinistra è impacciato / nel suo saper o non saper / volare //

 

l’angelo vola nella stanza / è evidente / ma non lo fa bene / non vola bene / o non sa volare / questo è il punto / o sa volare ma è in un momento di difficoltà / noi non lo sappiamo / non lo possiamo sapere / o è la prima volta che vola / anche se sembra un po’ impossibile che il Veronese abbia scelto qualcuno così inesperto per fare l’arcangelo Gabriele / cioè noi non lo sappiamo  / è vero / ma dobbiamo tenere aperte tutte le possibilità / per capire la realtà / il presente / o non sa volare o è il Veronese che lo scorge in un momento in cui / può essere / è una possibilità / in cui l’angelo / o è evidentemente poco abile a volare / e va bene lì è un problema di scelta dell’artista / o magari è l’istante proprio in cui lo scorge l’artista che lo coglie in difficoltà / magari l’angelo è bravissimo a volare ma in quel momento c’è stata non so / una corrente d’aria // può essere no ? // poi c’è la questione del peso / gli angeli del veronese sono tutti sempre un po’ sovrappeso / non è vero? / bisogna tenerne conto / se devi volare la pancia non aiuta / è un fatto / tutti gli angeli del Veronese sono sempre un po’ grassi / e anche questo è un fatto / non sono mai leggiadri / secchi / come gli angeli del Bellini o scaltri come quelli del Raffaello / o leggeri come l’angelo bambino del Tiziano / no / sono sempre un po’ / pesanti ecco / e scoordinati diciamolo / possiamo dirlo? / ma non è solo una questione di peso / è proprio come se fosse un attore impacciato costretto a recitare una parte sbagliata / non adatta a lui / cosicché i gesti / sono anche quelli giusti / quelli tradizionali / ma si vede che non sono spontanei / giusto? / lui li ha anche imparati bene / sono quelli giusti quelli che fanno tutti gli angeli quando arrivano davanti alla Maria / con il rametto e i fiori bianchi e tutto / ma alla fine i gesti risultano sempre un po’ / come si dice / forzati / ecco / è solo un’impressione / perché dobbiamo tenere aperte tutte le possibilità per decifrare la realtà / dei fatti / perché la Maria va via //

 

è come se / che si ha sempre la sensazione / che l’angelo / c’è / evidentemente / una situazione di non coincidenza / la Maria sta in un tempo e l’Angelo in un altro / perché / può essere / è una possibilità / l’Angelo //

 

è in ritardo //

 

l’Angelo arriva in ritardo dentro alla stanza / no? / cioè / se prestiamo attenzione alla reazione della Maria // adesso per esempio lei è concentrata / con i messaggi e tutto no? / è pensierosa / la gà i pensieri si dice / e non si accorge / non si accorge proprio che c’è l’angelo / per esempio // perché è in ritardo //

 

e lei sta andando via / sta pensando alle cose sue / alle cose pratiche / agli spazzini per esempio / che invece loro sì che sono sempre puntuali / anche troppo / al suo amore / che le scrive / ma lei deve pensare alle cose pratiche / che se non va giù al momento giusto deve andare fino in campo Santa Ternita deve andare / ma deve andare anche in terraferma / insomma le variabili si moltiplicano / e noi non possiamo fare delle supposizioni / dobbiamo attenerci ai fatti / alla realtà dei fatti / per capire la realtà / il presente / e il fatto è che l’angelo arriva da sinistra a destra / e non sa volare / magari sì / l’abbiamo già detto / ma non sembra / e questo / è / il fatto / e la Maria non se ne accorge e questa è / l’altra / verità / lei non si accorge che l’angelo / in verità / è già arrivato / in ritardo ma è arrivato // e lei sta andando via // e lui vola nella stanza / con le ali grandi / le piume rosse / il tessuto leggero giallo della tunica che va di qua e di là e gli dà fastidio / e le ali / pesanti / immagino difficili da gestire no / le ali / e lui non dice niente / volando //

 

cos’è che si deve fare per muovere le ali ? / le scapole forse / o le spalle / no secondo me le scapole / immagina di muovere quelle due ali così grandi con le scapole / le sole scapole / così con le scapole / e veloce anche perché devi volare / pensa / volare con quelle due ali piene di penne e la sagoma immagino tipo di una sostanza organica che non c’era la gomma piuma ai tempi del Veronese / e la cosa che le tiene incollate no a questa sagoma / strutto / non so / penne piume cuoio può essere e grasso / animale / olio di balena per tenere tutto appiccicato insieme / non so cosa usavano gli angeli al tempo del Veronese / e peseranno anche no / un trenta quaranta chili le due ali fatte con quei materiali antichi pesanti / forse anche di più / poi lui che è grasso / bello biondo capelli ricci un po’ lunghi ma con la panzetta le tettine e con quella tunica gialla che dà / fastidio dà / muovi le scapole per volare e tieni il braccio alzato / c’è anche questo / se tieni la stessa posizione per molto tempo cominci a tremare / dev’essere faticosissimo / e nella fatica di stare in aria ti devi anche ricordare di dire alla Maria tutte le parole che deve dire / in latino poi / è difficilissimo / non ce la fa / l’angelo / è / evidentemente / in difficoltà // 

 

         secondo audio di Cini in sottofondo sonoro, lo si ascolta.

 

Venezia insulare / rappresenta lo sappiamo / un paradosso uno splendido sia pure ma un paradosso / ma come tale ha ragione di esistere / Tommaselli disse / riportava / in uno dei suoi articoli un giudizio niente meno che di Voltaire / che definiva Venezia une deliciouse absurditée / anche Le Courbousier / che / se non sbaglio / aveva aderito / aveva annunciato / il suo / la sua venuta a questo convegno / l’intervento a questo convegno / anche Le Coubousier che non può essere certo / tacciato / sospettato / di / come dire / di parrocchismo urbanistico / anche el Corbousier / raccomanda la conservazione di Venezia insulare che ha definito ricordo un dono di dio che non si deve toccare /

 

ma non è che non sa volare / lui un po’ sa volare / alla fine l’hanno chiamato per fare l’Angelo un po’ deve saper volare / ma è in difficoltà / perché l’hanno chiamato all’ultimo momento / ed è insicuro / è per questo che è in difficoltà che sembra che non sappia volare / perché è insicuro / magari non sa bene la parte / non la sa bene / non se la ricorda / può essere no? / e dimostra insicurezza che sembra che non sappia volare / perché non sa bene cosa dire / che magari era proprio quello che voleva il Veronese / magari il Veronese all’ultimo momento ha cambiato idea / e ha detto chiamatemi il mio amico quello lì che ha fatto l’angelo l’ultima volta / quale / quello dell’ultima volta / ma non la sapeva la parte gli dicono / chiamatelo lo stesso / e così chiamano lui / che è un amico suo / all’ultimo / tu / te / per esempio / non che devi essere proprio te / ma è per immaginare insieme / è per mettersi nella situazione dell’angelo che non sa quello che dice / che è stato chiamato all’ultimo a fare l’angelo / senza sapere la parte // l’angelo arriva / è l’immagine del Veronese / l’angelo arriva e deve avere un po’ la faccia di quello che non sa bene quello che dice / è una possibilità / deve avere la faccia di uno / come si dice / di uno / insicuro // fanno i provini scelgono il migliore ma poi all’ultimo il Veronese dice / non voglio lui / lui la sa troppo bene la parte / chiamiamo un altro / chi chiamiamo ? / chiamiamo il mio amico / ma l’ha fatto l’altra volta / ma la sapeva la parte? / no / ecco / non la saprà nemmeno questa volta // infatti // abbiamo un angelo che non sa quello che dice e non sa quello che fa //

 

e forse è proprio quello che cerca il Veronese / la realtà / uno che non sa quello che dice e che non sa quello che fa //

 

anche se è un po’ inverosimile anche solo immaginare che l’Angelo non sappia cosa dire / è una condizione indispensabile //

 

l’Angelo lo sa // ma non ci riesce // perché il Veronese / o il mandante / no il mandante no / il committente ecco … / l’amato / il marito / non sappiamo / o è proprio una scelta dell’artista quella di fare in modo che non si capisca /

 

chi manda via chi / perché la Maria se ne va / perché se ne deve andare / perché non resta nessuno / che la Maria non sta bene si capisce / si capisce dai messaggi / non è vero? / è la fine forse / siamo / alla fine / mentre legge / seduta // e nemmeno l’Angelo spiega / non toglie le pieghe / le lascia / i drappi sospesi e immobili / gialli e rossi / pigmenti grossi / su tela / e non sa che dire / sta male / forse / e dillo / dillo il perché / lo ha provato centinaia e centinaia di volte di amore / prova a dirlo una volta / forse / è una falsa coincidenza / un malessere per esempio / una qualsiasi cosa / pensa la Maria mentre l’Angelo si sente male / e non lo vede / l’Angelo sta male anche lui / magari lui proprio fisicamente / sta male ha mal di pancia / è un esempio / una scusa / così che ci sembra uno insicuro / un indeciso / un inetto / un incapace / magari l’Angelo non è di qui / viene da fuori / non sa / non sa le parole / per questo non dice niente / ha il mal di pancia / gli viene da vomitare / sono tutte supposizioni per capire / che ci aiutano a capire / il presente / la situazione / in cui stiamo / la realtà / in cui stiamo / per esempio / perché non c’è più nessuno qua / e la città scompare / nessuno ci vede / è una possibilità / per esempio / prima / perché è il passato no / che ci aiuta a capire il presente in cui stiamo / prima //    

 

         In video L’annunciazione del Veronese

 

         terzo audio di Cini in sottofondo sonoro, lo si ascolta.

 

Veniamo ora / alla parte più importante / secondo me / del problema di Venezia / veniamo / alla vita / sua / e cioè / passiamo / dal contenente del quale abbiamo parlato sino adesso / al contenuto / solo dandolo un contenuto / noi possiamo sperare / di / dar vita a Venezia / niente varrebbe / la / la / la conservazione di Venezia / non può essere fine a se stessa / la conservazione del contenente / dobbiamo darle un contenuto // e per dare questo contenuto a Venezia / come ha detto l’orolenevole Ferrari Aggradi stamattina / passare / a / una / programmazione / tutto è programmato oggi tutto è pianificato non esiste possibilità di vita / senza programmazione / e nessuna città come Venezia / ha tanto bisogno / no-no-no sorrido / perché lei adesso / eh lei è un sorriso il suo / polemico / perché / sì sì / d’accordo / perché lei adesso proprio ora è nel / nel momento più acuto del suo lavoro per la programmazione / in Italia / non solo di Venezia / ma nessuna città come Venezia / ha bisogno di / di / di una programmazione //  

 

il Veronese ha preparato un banchetto prima / non lui / il Veronese ha chiesto a qualcuno di preparare un banchetto / ha chiamato l’angelo amico suo e ha detto agli altri servitelo / no / gli hanno dato mangiare / tutto quello che c’era al banchetto / all’amico / e poi / quando non aveva ancora neanche finito il dolce il Veronese gli ha detto all’amico suo / adesso vola / e l’angelo si è alzato da tavola e ha cominciato a volare / può essere no ? //

 

l’angelo è bravo a volare / il Veronese non avrebbe mai scelto un angelo che non sia uno competente nel volo / che non sappia volare / ma chiunque in una situazione come questa si sentirebbe in difficoltà / adesso / mettiamoci tutti nella situazione dell’angelo / devi fare una cosa difficilissima / fisicamente / magari sei anche bravo / sei un atleta / anche se sei sovrappeso / magari non c’entra noi non lo sappiamo / ma volare dopo aver mangiato / è di sicuro una cosa molto difficile da fare / soprattutto se sei sotto pressione / hai appena mangiato / tanto / hai ancora / e devi entrare in casa della Maria al secondo piano / in alto / devi entrare dalla finestra / che è difficilissimo / entrare dalla finestra / attraversare il corridoio / con quelle ali / pesanti / entrare in sala / da sinistra a destra / e devi riuscire a fermarti in aria altrimenti vai fuori dall’altra parte / subito / dove ci sono le scale che portano giù / i drappi rossi / in fondo a destra / se entri dalla finestra a sinistra e vai fuori dalla porta subito a destra / è ovvio che la Maria non ti vede / una volta che arrivi in sala / ti devi fermare in aria / subito / ti devi / e dovrai dire le cose che devi dire / che non sai neanche bene quello che devi dire perché non hai avuto il tempo di imparare a memoria il testo perché anche questa volta ti hanno chiamato all’ultimo momento / ecco / è in questo istante di scoraggiamento che il Veronese ti coglie /  e la Maria non ti vede /  o non ti sente / o fa finta di non sentirti //

 

         quarto audio di Cini in sottofondo sonoro, lo si ascolta.

 

e per ultimo / ma non in ordine di importanza / il problema sociale //

si tratta di dare sistemazione morale e / materiale / ad una parte della popolazione veneziana trasferendola / nel quartiere del lavoro / si tratta di compiere la bonifica umana /

 

(L’audio finisce, così com’è stato registrato con un gran rumore, è la folla che commenta, ma sembra anche una distorsione del suono, che viene loopata)

 

l’Angelo sta per morire / suda / vuole andare in bagno / ma non può  / mentre la Maria prende il sacchetto blu / la colomba che emana luce e illumina l’immagine al centro / come se fosse la cosa più normale del mondo / e scende le scale / la Maria / perché ormai è l’ora / i sacchetti / gli scatoloni / noi non lo sappiamo / quanti sacchetti e quanti scatoloni / noi non li vediamo / e attraversa i drappi rossi dipinti con cura dal Veronese / e scende le scale / che noi non vediamo / le scale / non possiamo vedere / anche se bisognerebbe aspettare quattro cinque minuti perché gli spazzini arrivano sempre più o meno alla stessa ora / più o meno / e suonano anche / ma lei non aspetta perché se aspettasse dovrebbe andare fino in campo Santa Ternita e perderebbe il vaporetto alla Celestia e non arriverebbe mai in terraferma / e spegne la luce / giù / sotto le scale / lei spegne la luce / la Maria / che si è accesa da sola / di sopra in sala / prima / e adesso / quando lei preme l’interruttore / sotto / la luce di sopra si spegne / e appena chiude / la porta della strada / dietro alle sue spalle / l’angelo di sopra / cade / come abbattuto da un forte vento / come una statua / da un’altezza impressionante e s’infrange al suolo // 

 

La porta è chiusa // la casa chiesa chiusa / enorme e vuota abitazione / divina // la città // la nicchia al centro sul fondo / e l’amore dentro / disabitato / la casa vuota / il dipinto spento / gl’infissi in legno / chiusi / la pittura verde rinsecchita / fuori / la nebbia d’inverno / il muro marrone e i mattoni di polvere e salsedine // i passi della Maria // il piccolo ponte / i rumori dell’acqua al passaggio della barca / lunga / e non c’è più niente e nessuno // solo // l’arrivo lento di lei dall’altra parte in riva / dove l’isola finisce / lo scafo che si avvicina / e si apre finalmente il cielo / e l’azzurro compatto si prende tutto / freddo / che le riempie gli occhi / mentre aspetta / e lei si aspetta / lui forse / dentro la barca / in vaporetto / lo aspetta / in barca / forse / noi non lo sappiamo / cosa sente // non lo possiamo sapere / amore / come dire e non dire / la fine / come ascoltare / come dire la fine dell’amore / come / pronunciare / difficile / non si dice forse / si sta zitti / non si dice e basta / si pensa / la Maria / e lo respira forte / come se fosse / una morte / e socchiude lo sguardo / in controluce / alla Celestia ///

 

 

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