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DESCRIZIONE

 

Lo spettacolo si sviluppa lungo uno stimolante percorso interattivo tra il pubblico e l’attore e regista Alvise Camozzi, che guida la rappresentazione. Le risposte e le riflessioni delle giovani spettatrici e dei giovani spettatori danno impulso alla progressione narrativa dell’incontro. Il testo di ANIMA BUONA è cadenzato da frammenti di testi e racconti teatrali recitati e a volte anche cantati, che coinvolgono il pubblico. Le incursioni drammaturgiche alimentano il dialogo circolare, che poco a poco diventa un vero e proprio dibattito sugli argomenti esposti.

 

OBIETTIVI DEL PROGETTO

 

Introdurre i ragazzi al linguaggio teatrale in forma partecipata e non passiva attraverso l’universo

dialettico, ironico e visionario di Bertolt Brecht - Stimolare riflessioni su temi come la giustizia, l’identità, la discriminazione e l’umanità - Offrire un’esperienza che unisca contenuto, emozione e partecipazione

CARATTERISTICHE DELLO SPETTACOLO

• Linguaggio semplice, diretto ma non semplificato, pensato per un pubblico giovane, esplicitamente per le scuole medie.

• Momenti interattivi, in cui gli studenti possono riflettere, rispondere, reagire.

• Coinvolgimento emotivo e razionale, nel pieno spirito del “teatro epico” brechtiano.

• Contesto scenico essenziale, adatto anche a spazi scolastici non teatrali

• Uso di videoproiezioni: se la sala è dotata di videoproiettore, lo spettacolo prevede l’inserimento di elementi visivi che arricchiscono

l’esperienza, pur non essendo indispensabili alla fruizione dello spettacolo

TEMI TRATTATI

• Accoglienza e tolleranza (L’anima buona di Sezuan)

• Uguaglianza e diversità (Teste tonde e teste a punta)

• Ingiustizia sociale (L’eccezione e la regola)

 

ANIMA BUONA  è nato in seno al progetto #NONSOLOCOMPITI ideato e promosso dalla Fondazione di Venezia attivo in spazi educativi, aggregativi e ricreativi. È stato rappresentato nel corso del 2023 e 2024 in diversi istituti medi del comune di Venezia e Milano. Lo spettacolo è stato recentemente ospite del Festival Internazionale di Teatro per le Nuove Generazioni Trallallero Festival.  

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scheda artistica
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[di Leonardo Mello] Da tempo il teatro non è più il luogo in cui si rappresentano storie esclusivamente per emozionare, non è più il luogo in cui si rispecchia necessariamente la realtà quotidiana, insomma non è più il luogo in cui un linguaggio si confronta con il mondo e lo descrive.

Questa funzione è stata assunta via via dal cinema, poi dalla televisione e poi ancora dal web, strumenti da un lato più ‘realistici’ e dinamici e dall’altro più economici con i loro sistemi di produzione industriale. Esautorato dal compito e dalla necessità di rappresentare fedelmente il mondo, il teatro, come del resto l’arte o la musica, diventa allora metalinguistico, ossia indaga e sperimenta i linguaggi, ci spinge a ragionare sul mondo anziché rappresentarlo.

 

La scrittura di ANIMA BUONA nasce da questa riflessione e si fa condurre dai processi compositivi elaborati da Bertolt Brecht per il suo teatro (il titolo ANIMA BUONA richiama uno dei suoi testi più noti: L’anima buona di Sezuan). 

 

Nelle sue opere Brecht immagina uno spettatore attento e non passivo davanti all’opera d’arte rappresentata sul palco, uno spettatore che non ha l’unica funzione di emozionarsi ma deve anche sentirsi attore della propria realtà. Con i drammi didattici (Lehrstück) Brecht si spinge ancora più in là, rompendo con la separazione tra pubblico e rappresentazione, chiedendo addirittura ai ragazzi stessi (nelle scuole che lui visitava) di interpretare, e poi discutere, i suoi brevi componimenti teatrali.

 

Uno dei principi fondamentali che Brecht teorizza per interrogare il pubblico sul mondo e la realtà in cui viviamo, è quello di spostare la rappresentazione lontano dalla realtà stessa, sia per quanto riguarda la recitazione degli attori, che per Brecht devono allontanarsi dalla tradizione novecentesca dell’immedesimazione psicologica, sia per quanto riguarda la maggior parte delle ambientazioni in cui inserisce le sue storie, situate spesso in tempi altri e/o in luoghi esotici e fantastici. Questo “dislocamento semantico” venne chiamato dalla critica teatrale “effetto di straniamento”, ed è ancora oggi estremamente efficace come meccanismo narrativo, principalmente quando il divario tra il soggetto fantastico e la realtà quotidiana sorprende il pubblico per la distanza formale e per l’inversa corrispondenza fattuale dei temi profondi che emergono in maniera spontanea, sia nella favola, sia nell’esperienza esistenziale del pubblico: nel nostro caso, nell’esperienza delle giovani spettatrici e spettatori. 

 

È giusto fare "quello che di solito si fa", perché tutti lo fanno, perché è comunemente considerato “normale”, senza prima pensare se è giusto per tutti “quello che di solito si fa” ?

scheda tecnica

Questo è il Leitmotiv che il testo di ANIMA BUONA ripete nelle tre storie scelte dal repertorio brechtiano e reinventate dagli autori: L'anima Buona di Sezuan, Teste tonde e teste a punta, L’eccezione e la regola.

 

“Quello che di solito si fa” nei mondi strani e distanti di Brecht è il motivo che interroga il giovane pubblico di ANIMA BUONA, a cui si chiede se è poi tanto differente da “quello che di solito si fa” oggi, nel nostro mondo presente, quartiere, scuola e paese; ecco che la storia delle tre divinità cinesi che scendono nella provincia del Sezuan alla ricerca di un’anima buona e di un posto dove andare a dormire, diventa uno spunto per riflettere sul tema dell’ACCOGLIENZA, la storia delle teste tonde e delle teste a punta, che Brecht scrive poco prima della promulgazione delle leggi razziali in Germania, ci parla di UGUAGLIANZA, e l’ultima storia, L'eccezione e la regola, ambientata tra i pozzi di petrolio del deserto di Urga, ci interroga sulla GIUSTIZIA.

 

Infine, pensiamo che i sentieri marcati da Brecht siano ancora percorribili e necessari; percorribili perché ricreativi, leggeri, eccentrici; necessari perché crediamo che il teatro possa essere un esercizio di incontro e confronto e uno stimolo per uscire dai meccanismi di comodo della fruizione passiva propria dei video-media, per uscire dai telefonini, dalle stanze, dalle case, e chiedersi come stare, ancora, liberamente insieme. 

scheda tecnica

Lo spettacolo può essere rappresentato sia in sale teatrali (teatri, auditorium) che in spazi non convenzionali (aule scolastiche, aule magne, giardini, ecc.).

ALLESTIMENTO IN SALE TEATRALI

L'équipe sarà composta da 2 persone: attore e coordinatrice tecnica (che gestisce luci, audio e video). Si richiede gentilmente la presenza di un tecnico del teatro per l'accompagnamento prima della rappresentazione.

LUCI

  • Piazzato bianco uniforme con apparecchi teatrali:

    • 4-6 proiettori frontali

    • Eventuali controluce per uniformità

  • 1 fuoco centrale (spot o PC)

  • Gestione: 2 canali dimmer

    • Canale 1: Piazzato generale (frontali + controluce)

    • Canale 2: Fuoco centrale

N.B. La luce di sala rimarrà accesa nella prima parte dello spettacolo, verrà spenta nella seconda metà e riaccesa durante il dibattito finale.

 

AUDIO

  • 1 microfono a gelato con asta per l'attore

  • 2 microfoni wireless (radiomici) per il dibattito finale

  • Diffusione tracce musicali: riproduzione da computer tramite uscita audio integrata con le videoproiezioni

  • Si richiede mixer audio con almeno 3 canali (1 gelato + 2 wireless) e collegamento all'impianto di diffusione della sala

N.B. L'operazione audio sarà gestita insieme a luci e video dalla coordinatrice tecnica.

VIDEOPROIEZIONE

  • Si richiede videoproiettore con schermo o superficie di proiezione adeguata

  • Preferibile retroproiezione, ma non indispensabile (comunicare la modalità in fase di organizzazione)

  • Collegamento: cavo HDMI che arrivi in regia luci (postazione operatore)

  • Sorgente: computer per riproduzione video e tracce audio

  • Gestione: le operazioni video e audio saranno effettuate da un'unica persona (coordinatrice tecnica)

N.B. Se la sala non è dotata di videoproiezione, si prega di comunicarlo in fase di organizzazione.

Se viene rappresentato in luoghi non convenzionali al chiuso (come aule di scuola, aule magne) o all'aperto (giardini) non è richiesto nessun supporto tecnico esterno, l'EQIPE sarà composta dal solo attore, munito di cassa amplificata e microfono. (La cassa è a batteria, eventualmente non è richiesta alimentazione elettrica).

video integrale
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